FUTURE LEADERSHIP SKILLS Addio autoritarismo: il futuro della dirigenza Il mondo si fa sempre più complesso e così le esigenze di chi lavora – per i dirigenti una vera sfida. Ecco come sarà lo stile dirigenziale del futuro e quali capacità richiede. Testo Melanie Ade La mia DITTA 20 03/2023 Foto: iStock
FUTURE LEADERSHIP SKILLS N ell’era della globalizzazione e digitalizzazione le PMI sono chiamate ad affrontare sfide senza precedenti. Nuove tecnologie, trend effimeri e modelli di business dirompenti costringono le imprese e chi le dirige a perfezionarsi di continuo sul piano sia personale che organizzativo e a reagire con flessibilità a cambiamenti complessi. Nello stesso tempo la carenza di personale specializzato ha scombinato gli equilibri del mercato occupazionale: oggi chi cerca lavoro ha più scelta. Come spiega il professor dott. Wolfgang Jenewein, tutto ciò impone ai vertici delle aziende un cambio di mentalità. Leadership positiva e paritaria Se un tempo per avere successo bastava il classico stile dirigenziale basato sulle gerarchie, oggi si deve puntare sulla leadership positiva e paritaria, afferma Wolfgang Jenewein: «Si tratta di vedere e ascoltare le persone, stabilire con loro un contatto autentico, dare loro la sensazione di essere apprezzate. E per riuscirci bisogna nutrire un sincero interesse nei loro confronti. Si può parlare del raggiungimento degli obiettivi in modo freddo e pragmatico oppure umano e coinvolgente, segnalare problemi e carenze qualitative in tono pedante oppure adottare un atteggiamento rispettoso verso il personale e chiedergli in cosa pensa di poter migliorare». Stimolare anziché correggere Una leadership di tipo moderno presuppone uno spostamento delle priorità: quello che ieri era il capo oggi è un coach. Invece di imporre strategie e processi rigidi, deve stimolare il personale e spronarlo a riflettere e impegnarsi. Ma ciò non significa trattarlo con i guanti di velluto, precisa Jenewein: «Chi occupa una posizione dirigenziale può tuttora avanzare delle pretese, ma prima ancora dovrebbe riconoscere i punti di forza delle persone con cui lavora e incentivarne lo sviluppo. Un personale addestrato e intimamente motivato tende a impegnarsi di più per l’azienda. In compenso ha però bisogno di libertà d’azione e spazi di manovra». Coloro che pensano che questioni come lo sviluppo dell’organizzazione o la cultura dirigenziale non li riguardano, si sbagliano: «Chi non adegua il proprio stile dirigenziale, nel medio termine finirà per non trovare più talenti disposti a lavorare per la sua azienda, il L’esperto Wolfgang Jenewein è professore titolare di leadership all’Università di San Gallo. La sua attività di ricerca si incentra sulla leadership positiva, la trasformazione culturale di organizzazioni e la conduzione di team altamente performanti nel campo dell’economia e dello sport. Insieme al personale di Jenewein AG – la sua società di consulenza dirigenziale e culturale – aiuta organizzazioni, team e singole persone a sviluppare i loro potenziali. linkedin.com/in/wolfgangjenewein cui sviluppo a lungo andare sarà meno agile e innovativo di quanto necessario per rimanere concorrenziali. Il risultato: perdita di clienti e graduale calo della competitività», spiega l’esperto di economia aziendale. Tutto parte dalla riflessione autocritica Ai vertici di una PMI converrà dunque fare una riflessione autocritica: come dirigiamo l’impresa? Qual è il nostro modo di concepire la collaborazione in azienda? Come si è evoluto negli ultimi anni? In molti casi può essere utile consultare un coach esperto di sviluppo organizzativo, spiega Wolfgang Jenewein. Successivamente sarà bene elaborare una filosofia di gestione condivisa da radicare in azienda nel corso di un processo di sviluppo assistito. «Non basta parlare di introdurre un nuovo stile dirigenziale: bisogna anche mettere in pratica quel che si va predicando. Pian piano nascerà così la consapevolezza di quel che significano una buona leadership, una sana convivenza e una cultura d’impresa positiva», così l’esperto. Umanità e autenticità Per finire, Wolfgang Jenewein dispensa ai dirigenti tre importanti consigli. Primo: «Non prendersi troppo sul serio». Solo chi rimane con i piedi per terra e all’occorrenza sa ridere di sé riuscirà ad avvicinarsi al personale e potrà contare su un feedback sincero qualora le cose non dovessero andare come sperato. Secondo: «Essere se stessi, non recitare una parte: anche i dirigenti sono esseri umani». Non nascondete la vostra vulnerabilità, condividete con il personale paure, preoccupazioni ed errori. Considerato che trascorriamo più tempo al lavoro che non in famiglia, è importante che l’ambiente sia umano. Ciò vi garantirà l’impegno di coloro che lavorano con voi. Terzo: «Per accendere l’entusiasmo altrui, ci vuole passione. Solo chi ama ciò che fa riuscirà a motivare e trascinare gli altri». ● «Dirigere non è questione di tempo ma di atteggiamento» Wolfgang Jenewein, professore titolare, Università di San Gallo 03/2023 21 La mia DITTA
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