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La mia ditta 2/2022

La rivista di AXA al servizio delle aziende vi informa tre volte all'anno su temi che interessano i piccoli imprenditori.

BUSSOLA PER PMI DI AXA

BUSSOLA PER PMI DI AXA La digitalizzazione (non) è una soluzione Un possibile strumento per far fronte alla forte carenza di personale specializzato nelle PMI è la digitalizzazione. Potenzialmente, grazie all’automatizzazione, le aziende potrebbero ridurre il fabbisogno di forza lavoro specializzata. Tuttavia, la maggior parte delle PMI svizzere non ritiene che con la digitalizzazione la loro richiesta di personale cambierebbe. Solo una PMI su otto prevede che in futuro impiegherà meno personale a seguito della crescente digitalizzazione. Una PMI su sei ritiene addirittura che avrà un accresciuto bisogno di collaboratori per via della digitalizzazione. Sulla base di queste stime, con la digitalizzazione il bilancio sarà piuttosto a favore di un aumento anziché di una diminuzione del fabbisogno di forza lavoro. → Vedi grafico 6 Con la digitalizzazione cresce anche la vulnerabilità nei confronti degli attacchi cibernetici. Lo studio di AXA evidenzia tuttavia che le PMI svizzere continuano ad avere una consapevolezza dei rischi molto ridotta per quanto riguarda questo tipo di problematica. Sebbene il 29 per cento delle imprese intervistate con un organico di 50-250 collaboratori negli ultimi cinque anni sia già stato vittima di attacchi informatici, una su dieci persino più di una volta, le aziende svizzere non si aspettano o quasi di poter finire nella rete dei cyber-criminali: il 63 per cento delle PMI interpellate ritiene che il rischio di divenire vittima di un attacco non sia elevato. Solo il 12 per cento delle aziende stima che il rischio sia elevato. guite da quelle che hanno superato un esame di professione o un esame professionale superiore (37 per cento). Decisamente meno richiesti sono stati invece i collaboratori con un diploma universitario: nel 2021 solo il 13 per cento delle PMI ha cercato profili con un titolo di scuola universitaria professionale e solo il 9 per cento con un titolo universitario. Per le PMI dunque i profili di formazione vicini alla realtà lavorativa sono chiaramente in cima alle preferenze. Ed è proprio qui però che, secondo lo studio di AXA, si registra la più elevata carenza di personale specializzato. Per più di una PMI su due che lo scorso anno voleva reclutare personale con un tirocinio professionale o un diploma di Scuola specializzata superiore la ricerca si è rivelata ardua. → Vedi grafico 3 Un quadro precario è quello che emerge anche osservando i profili delle professionalità ricercate: nei settori dell’artigianato e dell’edilizia, ben l’80 per cento delle imprese intervistate ha riscontrato difficoltà a coprire le posizioni, in quelli della produzione e riparazione sono state il 74 per cento. E anche nei settori tecnica, informatica, consulenza e vendita circa la metà ha avuto problemi nel trovare i profili ricercati. Solo gli ambiti amministrazione e organizzazione hanno registrato una situazione distesa, con una carenza delle figure adeguate solo nel 10 per cento dei casi. → Vedi grafico 4 I lavoratori più anziani spesso esclusi a priori Sebbene nel 2021 nel complesso circa due terzi delle PMI non siano riusciti a coprire tutte le posizioni come desiderato, come emerge dallo studio, la maggior parte delle imprese ha un limite d’età, ufficiale o ufficioso, quando si tratta di assumere nuovo personale: circa un’azienda su sei di solito non assume persone che abbiano superato i 45 anni; per il 29 per cento delle PMI interpellate la soglia massima va dai 45 ai 54 anni. Tuttavia un quinto delle PMI assume invece anche persone che hanno già raggiunto l’età della pensione: si tratta per lo più di piccole PMI (1-9 collaboratori), mentre tra le grandi PMI, che hanno tra 50 e 250 dipendenti, solo un modesto 6 per cento punta su collaboratori in età pensionabile. Considerata la carenza diffusa di personale specializzato, ma anche le sfide della previdenza per la vecchiaia, qui sussiste chiaramente un considerevole potenziale non sfruttato. Nuova Legge sulla protezione dei dati: manca la consapevolezza Ben poca attenzione viene rivolta dalle PMI anche alla nuova Legge sulla protezione dei dati (LPD). I risultati dello studio mostrano che oltre un quinto delle PMI interpellate non ritiene che tale legge le riguardi. E anche tra le aziende che sono reputano di rientrare nell’ambito di validità della LPD, finora solo una PMI su due si è attivata in questo senso. Appena un modesto 17 per cento si è già informato in merito, mentre meno di una PMI su dieci ha già adottato misure di attuazione concrete. La scarsa disponibilità ad assumere personale più avanti con gli anni stupisce ancora di più alla luce del quadro molto positivo che le PMI intervistate dipingono in merito ai propri dipendenti over 50: il 67 per cento degli interpellati ritiene infatti che i propri collaboratori più anziani dimostrino particolare fedeltà. A prima vista non sembrerebbe nulla di cui meravigliarsi, dato che questi dipendenti vantano di solito una maggiore anzianità di servizio in azienda. Ma i datori di lavoro li considerano anche più consci delle loro responsabilità, più operosi e più resilienti del resto del personale. Questo quadro positivo contrasta fortemente con la scarsa disponibilità a occupare le posizioni aperte con dipendenti più anziani. A conti fatti, tra le altre cose è anche la somma di questi due fattori a far sì che il mercato del lavoro per gli over 50 sia paralizzato. → Vedi grafico 5 E tendenzialmente anche le donne sono più penalizzate nella ricerca di un lavoro: alla domanda con quali misure supportano l’uguaglianza di genere in azienda, solo il 4 per cento degli interpellati ha risposto che adotta programmi mirati di incentivazione per le donne. Solamente l’8 per cento delle imprese intervistate punta su orari di lavoro flessibili, e solo il 15 per cento incentiva il lavoro part-time e il job sharing. Il 40 per cento offre pur sempre la possibilità di lavorare in home office e di organizzare quindi la quotidianità lavorativa in modo più flessibile, a condizione che il tipo di attività lo consenta. Secondo i dati attuali dell’OCSE, in base ai quali in Svizzera l’80 per cento delle donne svolge sì un’attività lucrativa, ma solo il 56 per cento di loro lavora a tempo pieno (rispetto all’89 per cento per gli uomini), anche qui, considerata la carenza di personale specializzato, sussiste ancora un margine di miglioramento. ● Lo studio La bussola per PMI di AXA è nata in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo ed è stato condotto per la prima volta nel 2022; si basa su un sondaggio effettuato online al quale hanno partecipato 300 PMI della Svizzera tedesca e romanda. I dati sono stati raccolti tra il 17 e il 21 febbraio 2022 tramite il panel aziendale di AmPuls. La mia DITTA 24 02/2022

Responsabilità Domanda di un lettore Indennizzo per accompagnatori Un paio di anni fa ho stipulato l’assicurazione viaggi con AXA. Per fine febbraio avevo programmato un viaggio con mia moglie, ma il mio medico di famiglia mi ha classificato come paziente a rischio per il Covid-19, sconsigliandomi quindi di partire. La mia assicurazione Intertours coprirà ora le spese di annullamento per volo e albergo? E per mia moglie, visto che lei non è una paziente a rischio? K. S., Ostermundigen In questo caso, affinché l’assicurazione viaggi possa farsi carico delle spese di annullamento per lei e per sua moglie, è necessario un rapporto medico dettagliato che spieghi perché lei viene classificato come paziente a rischio e per quali motivi non intraprende il viaggio (o non dovrebbe). A tal fine è importante che le Condizioni Generali di Assicurazione, edizione 04.2020 (o più recente) siano parte integrante della sua polizza. Se è in possesso di un contratto con le condizioni menzionate e ha assicurato i moduli Spese di annullamento (e Assistance persone) inclusa la copertura familiare, lei e sua moglie godete della copertura assicurativa per l’evento in questione. In questo caso noi ci assumeremo le spese di annullamento in toto. Dragan Preradovic Agente principale Ostermundigen Foto: p.g.c. Promozione della salute per le aziende Avere collaboratori sani e motivati costituisce un fattore di successo essenziale per ogni azienda. Ecco perché AXA ha messo a punto WeCare, una soluzione globale per le aziende, dedicata alla salute dei lavoratori, di cui possono avvalersi tutte le aziende che hanno stipulato presso AXA assicurazioni di previdenza professionale, indennità giornaliera in caso di malattia o infortunio. Le aziende assicurate hanno a disposizione numerose offerte gratuite o a prezzo agevolato nell’ambito della prevenzione della salute. Tra queste vi sono diversi tipi di approcci risolutivi per ridurre le assenze, trattare le malattie psichiche o aumentare la motivazione. Il pacchetto di misure, elaborato da AXA in collaborazione con vari partner e continuamente ampliato, spazia dai coaching di conduzione ai webinar fino ai servizi digitali per la salute. L’elemento centrale è rappresentato dalla consulenza individuale, nel corso della quale il team di WeCare esamina insieme alle aziende in un colloquio personale i possibili provvedimenti da adottare. Per garantire un’analisi accurata, AXA si avvale della bussola dell’ambiente di lavoro di DearEmployee, un partner che vanta una lunga esperienza. La bussola dell’ambiente di lavoro comprende una serie di sondaggi tra i collaboratori ripetuti nel tempo, i cui risultati, così come le raccomandazioni di intervento, possono essere consultati sul portale digitale del cliente. Inoltre, le misure concernenti la salute e il personale possono essere pianificate, prenotate e valutate sia nel colloquio personale che online. Qualora malgrado l’azione preventiva si verifichi un caso di prestazione, i Care e i Case Manager di AXA accompagnano con professionalità le aziende e i collaboratori reduci da problematiche di salute nel reinserimento al lavoro. axa.ch/wecare 02/2022 25 La mia DITTA